Questa la recensione di Aldo Grasso sulla prima fase di The Voice con le Blind Audition sul Corriere della Sera: "Nei talent la giuria è tutto, ma per ora la squadra dei giudici italiani, tutti cantanti a loro volta, sembra uno strano mix di nazional pop e «vecchie glorie». C'è la creatura di X Factor Noemi, Raffaella Carrà (senza immagine non esisterebbe), Riccardo Cocciante (dopo Fiorello non si riesce più a vedere) e Piero Pelù, che dell'importanza dell'immagine nella carriera musicale dovrebbe saperne qualcosa: nato incendiario è il re dei pompieri. L'effetto generale è un po' museo delle cere. Vero che il programma deve ancora rodarsi, ma tra ritmi lentissimi, concorrenti così così, ostentazione continua dei parenti in lacrime, The Voice sembra stonare".....
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